Archivio della famiglia Pitt

Tipologia Fondo

Storia istituzionale/Biografia

La famiglia Pitt è una delle più antiche di Cercivento, secondo alcuni proviene dall’Inghilterra, più precisamente dalla contea di Zoll e sarebbe stata questa a dare il nome al paese di Zovello.
Già nel 1392 aveva in locazione dal Gastaldo di Tolmezzo il fondo di Barazéit; l’undici agosto 1488 Leonardo Pitt venne investito del Maso di “Costa” dal Capitolo di S. Pietro in Carnia con l’obbligo di pagare un annuo censo al Preposito. Il Maso venne affrancato dalla famiglia nel 1646.
L’antica casa patriarcale si trovava nel villaggio di Costa per cui i Pitt vennero soprannominati “di Costa”. Altre case vennero edificate tra il 1600 ed il 1700 a Cercivento di Sopra.
La famiglia vanta uomini illustri:
Il sacerdote Giacomo (1700 ca.) parroco di Werfen in Baviera e segretario-consigliere del Principe di Salisburgo, fu benefattore della Chiesa di S. Martino di Cercivento alla quale donò il calice.
Il sacerdote Antonio, letterato ed autore di molte opere ascetiche vissuto negli anni 1772-1835.
Il chirurgo Giovanni Pietro con il figlio Pietro Antonio laureatosi pure in chirurgia all’Università di Padova nel 1805, rinomati e conosciuti tra il 1700-1800.
Le carte del presente archivio appartenevano a Pietro Pitt (1744-1818) di Cercivento di Sopra e pervennero all Fondazione Museo grazie al dottor Luigi Ciceri che le ricevette dalla signora Maria Pitt e dai figli Pietro Mario e Silvano De Franceschi. Esse non sono che una piccolissima parte delle “Carte della famiglia Pitt”; molte vennero disperse nel corso del tempo in seguito a guerre ed invasioni, altre sono conservate presso le diverse case di discendenza Pitt di Cercivento.
Per quanto riguarda Pietro Pitt, con accordato 10 agosto 1744 assunse come suo servo e famiglio per la Germania Nicolò q. Zuanne Dasso per cinque anni. Nel 1764 sostenne il nipote Giobatta Dessi ed il socio di quest’ultimo, Giobatta Morassi, nel fallimento del loro negozio in Weigertshoven prestando denari per le spese.
Pietro Pitt rivestì anche la carica di cameraro della Confraternita della Buona Morte detta anche Confraternita di S. Giuseppe negli anni 1774-1775.
Il figlio di Pietro, il chirurgo Gio. Pietro, nominato sindaco di Cercivento, fu dispensato dall’incarico, dopo suo ricorso, per le tragiche circostanze in cui venne a trovarsi la famiglia causa la perdita di due figli. Dei due figli di Gio. Pietro, Pietro Antonio morì nel 1811 mentre prestava servizio come brigadiere nel Reggimento Principe Reale del Quartiere di S. Agostino sotto gli ordini del colonnello Banco, probabilmente causa una febbre; Valentino morì in Austria.
Una sorella di Gio. Pietro sposò Valentino Di Vora, mercante in Weitz nella Stiria che, morendo in Austria il 9 aprile 1834, lasciò in eredità al cognato e nipoti: immobili, mobili, capitali e crediti.
L’Archivio Pitt termina con le carte di Baldassare, ultimo figlio di Gio. Pietro: questi unì al lavoro di maestro comunale la carica di fabbriciere della Chiesa di S. Martino di Cercivento.
 

Storia archivistica

Il materiale dell’archivio Pitt si trovava riposto in scatole di cartone recanti la sola indicazione cronologica del contenuto; dopo un accurato esame carta per carta si è passati ad una suddivisione ed alla formazione dei fascicoli. L’inventario inizia con i documenti più antichi riguardanti il Maso di Costa (1534-1854) e le ricevute dei censi annui pagati al Capitolo di S. Pietro.
La frammentarietà e l’esiguità del materiale hanno consentito di porre in un unico cartolare gli atti e le carte di più componenti la famiglia in modo indicante la successione cronologica dei vari membri in seno alla stessa. In questo ordinamento si è cercato di mantenere, per quanto possibile, in prima posizione gli atti costitutivi di patrimonio seguiti da cause e processi, contabilità e per ultime, le carte più propriamente private e la corrispondenza. Dove gli atti sono più numerosi è stato possibile assegnare ad ogni componente un cartolare; all’interno di questo la suddivisione dei fascicoli rispetta l’ordine citato precedentemente.
Posto a parte, tra la corrispondenza privata divisa per corrispondente ed in ordine cronologico e gli archivi aggregati, vi sono le carte di oggetto comunale e relative alla Chiesa di S. Martino confluite alla famiglia per i vari incarichi svolti sia in comune che in seno alla Chiesa come camerari o fabbriceri.
Per finire gli archivi aggregati costituiti dalle carte delle famiglie legate ai Pitt da rapporti di parentela seguono lo schema già tracciato.
 
 

Inventario